Le origini della Rocca

La Rocca di Mondavio costituisce uno dei migliori
esempi di architettura fortificata del periodo di transizione tra le
tipologie architettoniche medievali e quelle di età moderna, ma allo stesso
tempo colpisce per la sua stravaganza. Gode di notevole fama per essere una
delle splendide realizzazioni del senese Francesco di Giorgio Martini,
architetto, pittore e ingegnere militare tra i più prolifici e abili della
seconda metà del XV secolo. Intorno al 1450 il borgo di Mondavio, che aveva
fatto parte dei domini pontifici, era conteso tra le signorie dei Malatesta
di Rimini e degli Sforza di Pesaro, ma Sigismondo Pandolfo Malatesta aveva
avuto la meglio, soprattutto a causa di un’abile politica matrimoniale, che
lo portò a sposare Polissena Sforza. Fu Federico da Montefeltro a riportare
Mondavio definitivamente nelle mani di papa Sisto IV nel 1474, il quale donò
poi il Vicariato al nipote Giovanni Della Rovere. Fu proprio Giovanni della
Rovere a chiedere che il maggiore architetto allora presente alla corte di
Federico da Montefeltro progettasse una Rocca a difesa del borgo, che
insieme a quella affine di Mondolfo si sarebbe dovuta inserire nella
complessa e moderna rete di fortezze che Francesco di Giorgio andava
progettando per tutto il Montefeltro. La Rocca di Mondavio appartiene forse
all’ultimo periodo della permanenza del senese nella regione, vale a dire
agli anni Novanta del XV secolo. Non è noto il rapporto con eventuali
preesistenze, ma forse già si trovava a Mondavio una qualche fortificazione
realizzata dai Malatesta, mentre la paternità martiniana del nuovo complesso
è testimoniata da un disegno contenuto in uno degli esemplari del
Trattato di architettura di Francesco di Giorgio, il codice cosiddetto
Magliabechiano della Biblioteca Nazionale di Firenze.
La Rocca oggi
Domina la rocca il possente mastio poligonale, che si
erge al centro della fortezza e che con i suoi lati scoscesi e i suoi
spigoli aguzzi rappresenta una delle realizzazioni più originali di
Francesco di Giorgio. Fu ideato per consentire alle truppe di guardia alla
sua sommità di sorvegliare tutti i lati del fossato asciutto che si trova
alla base (dotato peraltro di postazioni in casamatta – ovvero chiuse e
protette - invisibili ai nemici) e per creare pareti il più possibile
sfuggenti a eventuali colpi di artiglieria. Il mastio è inoltre fornito di
numerose bocche di fuoco su tutti i livelli, ivi compresa la sommità, le cui
merlature sono invece frutto di un intervento successivo. All’interno
presenta nei livelli inferiori un forno, un pozzo e vari ambienti di
soggiorno, mentre al piano superiore si trova la residenza del castellano.
Nei progetti erano previste quattro torri esterne
raccordate da cortine murarie, delle quali soltanto due sono state
realizzate: uno è il torrione di ingresso, che domina il ponte ad arco in
cotto che ha sostituito il ponte levatoio, al quale si accedeva dal
rivellino, una fortificazione addizionale esterna destinata a potenziare la
difesa. Il torricino di fronte al paese era invece usato in passato come
mulino a vento, mentre uno dei torrioni non realizzati avrebbe dovuto
ospitare sale di rappresentanza con decorazioni. La rocca di Mondavio è
giunta ai nostri giorni in un incredibile stato di conservazione,
soprattutto perché non ha mai subito assedi.
Il Museo
Negli ambienti interni della rocca,
in gran parte corrispondenti a quelli originari, sono oggi visibili
un’importante armeria e il Museo di Rievocazione Storica, che ricostruisce
scene di vita rinascimentale, mentre nel fossato è accolto un Parco di
Macchine da Guerra di Francesco di Giorgio Martini, con fedeli ricostruzioni
tratte dai disegni originali del maestro.
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