Perché
creato a immagine di Dio - spiega il Papa - l'individuo umano ha la dignità
di persona", e, al tempo stesso, "egli è chiamato, per grazia, ad
un'alleanza con il suo Creatore, a offrirgli una risposta di fede e di amore
che nessun altro può dare al posto suo". Di qui "il compito affidato
all'essere umano di maturare se stesso nella capacità d'amore e di far
progredire il mondo, rinnovandolo nella giustizia e nella pace". Anche la
pace, aggiunge il Pontefice, è "un compito che impegna ciascuno ad una
risposta personale coerente col piano divino. Il criterio cui deve ispirarsi
tale risposta non può che essere il rispetto della grammatica scritta nel
cuore dell'uomo dal divino suo Creatore". Il dovere del rispetto per la
dignità di ogni essere umano, chiarisce, poi, Benedetto XVI, comporta come
conseguenza che "della persona non si possa disporre a piacimento".
Consapevole di ciò, la Chiesa in particolare "rivendica il rispetto della
vita e della libertà religiosa di ciascuno". Per quanto concerne il diritto
alla vita, aggiunge il Santo Padre, oggi, "accanto alle vittime dei
conflitti armati, del terrorismo e di svariate forme di violenza, ci sono le
morti silenziose provocate dalla fame, dall'aborto, dalla sperimentazione
sugli embrioni e dall'eutanasia". Allo stesso modo, "un altro preoccupante
sintomo di mancanza di pace nel mondo è rappresentato dalle difficoltà che
tanto i cristiani quanto i seguaci di altre religioni incontrano spesso nel
professare pubblicamente e liberamente le proprie convinzioni religiose".
All'origine di non poche tensioni che minacciano la pace, poi, "sono
sicuramente le tante ingiuste disuguaglianze ancora tragicamente presenti
nel mondo".
Il Papa parla, quindi, di "ecologia della natura",
"umana" e "sociale". "L'esperienza dimostra che ogni atteggiamento
irrispettoso verso l'ambiente - osserva - reca danni alla convivenza umana,
e viceversa. Sempre più chiaramente emerge un nesso inscindibile tra la pace
con il creato e la pace tra gli uomini". Un problema sempre più grave è
quello dei "rifornimenti energetici", per cui da un lato ci sono "nuove
Nazioni" entrate "con slancio" nella produzione industriale, "incrementando
i bisogni energetici", dall'altro, "in alcune regioni del pianeta si vivono
ancora condizioni di grande arretratezza, in cui lo sviluppo è praticamente
inceppato anche a motivo del rialzo dei prezzi dell'energia". "La
distruzione dell'ambiente, un suo uso improprio o egoistico e
l'accaparramento violento delle risorse della terra - riflette il Papa -
generano lacerazioni, conflitti e guerre, proprio perché sono frutto di un
concetto disumano di sviluppo". Un altro pericolo per la pace è coltivare
"concezioni antropologiche che rechino in se stesse il germe della
contrapposizione e della violenza", come "inaccettabili sono concezioni di
Dio che stimolino all'insofferenza verso i propri simili e al ricorso alla
violenza nei loro confronti".
da "il nuovo amico" |