Mondavio,
1811
Federico
Barocci ?
(Urbino,
1535-1612)
Annunciazione
con S. Francesco
Olio
su tela, cm 218 x 161
Milano,
Pinacoteca di Brera
Provenienza:
Mondavio, Chiesa del Convento dei Padri Cappuccini
I l dipinto è il solo asportato da
Mondavio di Pesaro, dove i commissari Boccolari e Santi avevano lasciato in
consegna al sindaco anche un quadro della scuola bolognese rappresentante la
Madonna con S. Benedetto, S. Rocco ed altri Santi con l`obbligo di renderlo
disponibile per Milano qualora fosse stato richiesto. L`Annunciazione era
collocata nella Chiesa dei Cappuccini e compare nel Documento V del 27
aprile 1811 (Baracchi, 1995, nell`elenco dei quadri da spedire a Milano nel
centro di raccolta di Senigallia, con la sola dicitura "Rappresentante
la SS.MA Annunziata e S. Francesco della lunghezza di palmi 9 e once 8 e
larghezza palmi 7 e once 5." Attribuita al Barocci nel catalogo del
1811 (Centanni,1950, p.83) dove è inserita nella cassa n.9 proveniente da
Pesaro e nella Nota dei quadri scelti dal Sig. Cav. Appiani commissario
delle 9 Belle Arti, destinati per le sale della pinacoteca (settembre 181 1)
l`opera viene registrata come copia del
Baroccio nell`inventario Napoleonico
subendo in seguito una sorta di occultamento. Non c`è traccia del quadro
nell`Elenco dei dipinti asportati dalle Marche che nel 1908 erano esposti
nelle sale della Pinacoteca di Brera (ibidem, p.102), né doveva essere
facilmente rintracciabile nel depositi della Pinacoteca, dove oggi è ben
conservato, se Harald Olsen (1962, p.236) inserisce la tela di Mondavio tra
le opere disperse ma segnalate in P. Bellori (1672, p.182) e F. Baldinucci
(1812, p.338). Lo stesso Olsen (1962, pp.177-178) in seno alla scheda per
l`Annunciazione oggi alla Pinacoteca
Vaticana considerata la capostipite di quello che sarà un soggetto molto
trattato dal Barocci e dalla sua scuola, stila un esauriente elenco di copie
della stessa, menzionando l`Annunciazione con S. Francesco dalla Collezione
Esterhasy accostandola alla tela di Mondavio.
L`elenco di profilo internazionale testimonia il successo
della composizione baroccesca, rafforzato peraltro dalla lista, incentrata
soprattutto sulle opere presenti nelle Marche, stilata da G. Cucco
(1990,,p.66) in coda alla scheda dell`acquaforte con lo stesso soggetto
eseguita e firmata dal maestro urbinate. Peraltro, pur riconoscendo nel
dipinto eseguito per la Cappella di Francesco Maria Il nella Basilica di
Loreto il riferimento d`obbligo, l`opera di Mondavio si pone in diretto
contatto con i tratti dell`incisione, per i lineamenti della Vergine,
dell`angelo e soprattutto nello scorcio dei torricini intravisto dalla
finestra. Nei particolari dell`acquaforte con l`Annunciazione (Emiliani,
1985, p.209) si può notare la precisa corrispondenza con l`opera di Brera
in particolari quali il piede dell`angelo ed il gatto sulla seggiola che
potrebbe apparire nell`incisione come matrice del dipinto che lo rappresenta
nella posizione inversa. Nel contesto viene inserito S. Francesco
probabilmente tratto dal disegno preparatorio (oggi a Parigi, inv.2877) per
il Santo di spalle all`estrema sinistra dell`Ultima cena della cattedrale di
Urbino, scena a cui Barocci aveva lavorato fra gli anni 1592-1599 (Emiliani,
1985, p.331) sostenendo un notevole sforzo inventivo testimoniato dal gran
numero di disegni prodotto per rappresentarlo. Accettando una datazione del
dipinto attorno al 1610, si può ipotizzare I. un invenzione dell` opera da
parte di Barocci e l` esecuzione affidata alla mano di un valido esponente
della sua scuola, ma i particolari sopra citati non fanno escludere una
realizzazione diretta del maestro che avrebbe unito nella stessa opera il S.
Francesco e
l` Annunciazione, ovvero i due soggetti
protagonisti delle incisioni più intense tra le quattro realizzate dall`
artista urbinate.
Bibliografia. Centanni, 1950, pp.83, 99; Olsen, 1962,
p.178; Bona Castellotti, 1992, p. 1 1 1; Baracchi, 1995, p. 287.
Graziano Cicetti
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